EDILIZIA: L’AUTONOMIA SPECIALE DIVENTA UN FRENO ALLO SVILUPPO. LA REGIONE DA 13 ANNI NON RECEPISCE LE SEMPLIFICAZIONI DECISE DAL PARLAMENTO NAZIONALE E NON LEGIFERA IN MATERIA. E’ DUNQUE IMPOSSIBILE DEMOLIRE VECCHI EDIFICI E RICOSTRUIRLI CAMBIANDONE LA SAGOMA, MOLTE IMPRESE NON POSSONO LAVORARE
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Agrigento, 14 ottobre 2014 – L’autonomia speciale è diventata solo causa di ritardi, danni e ostacoli all’attività d’impresa. Tradotto: un freno allo sviluppo della Sicilia. Così il Presidente di ANCE Agrigento Carmelo Salamone riprende quanto affermato dalla struttura associativa regionale.
Nel settore dell’edilizia, da ben 13 anni la Regione si rifiuta di recepire, malgrado i continui solleciti dell’Ance, le semplificazioni decise dal Parlamento nazionale e contenute nel Dpr numero 380 del 2001, né legifera in materia. Di conseguenza, queste e tutte le altre semplificazioni che a cascata sono contenute nel “Decreto del fare” e nel “Decreto sblocca Italia” in Sicilia non si applicano. Né potranno esserlo le novità che saranno apportate al Testo unico dell’Edilizia predisposte dal ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi.
La mancata semplificazione normativa e amministrativa in edilizia nega una sia pur minima possibilità in Sicilia di creare occupazione almeno nel settore privato, non vedendo alcuna prospettiva nel campo delle opere pubbliche, anche questo paralizzato dall’incapacità politica e burocratica.
L’Ance confida in un ritrovato buon senso affinché questo problema sia finalmente preso in positiva considerazione.
Per fare un esempio, in tutta Italia, ma non in Sicilia, è possibile demolire vecchi edifici e ricostruirli modificando la sagoma precedente. Per questo l’Ance si rivolgerà al premier Matteo Renzi chiedendogli di inserire nei prossimi provvedimenti la dicitura “legge di grande riforma economico-sociale”: è l’unico modo previsto dall’ordinamento per aggirare l’obbligo di recepimento da parte della Regione e ottenere così l’applicazione automatica in Sicilia.