L'ANCE ha promosso una petizione on line per far rivedere il sistema introdotto sulla scissione dei pagamenti
\r\nCirc.n.24-2015_Al via la raccolta firme contro lo "Split payment
\r\n\r\n\r\n
\r\n
\r\n
\r\n
\r\n
Emanate le prime istruzioni dell'Agenzia delle Entrate sull'applicazione dello "split payment": PA coinvolte ed esclusione delle sanzioni per errori connessi in fase di prima applicazione del meccanismo. Si rimanda alla lettura della circolare n.25-2015, pubblicata nell'area riservata.
Parte la protesta guidata dall'Associazione nazionale costruttori edili contro la norma varata dalla legge di stabilità che obbliga la Pa a non pagare più l'Iva alle imprese, ma direttamente all'Erario. Attraverso una petizione on line "no allo split payment", sul sito dell'Ance, al seguente link: http://www.ance.it/net_ance/petizione.aspx verranno raccolte tutte le firme delle aziende che lavorano con la pubblica amministrazione e che, si vedranno sottrarrere una liquidità fondamentale per la propria sopravvivenza.
\r\nIn allegato nell'area riservata nella sezione circolari, è pubblcata la circ.n.24-2015.
\r\n
Parte la protesta guidata dall'Associazione nazionale costruttori edili contro la norma varata dalla legge di stabilità che obbliga la Pa a non pagare più l'Iva alle imprese, ma direttamente all'Erario. Attraverso una petizione on line "no allo split payment", sul sito dell'Ance www.ance.it, verranno raccolte tutte le firme delle aziende che lavorano con la pubblica amministrazione e che, con lo split payment, si vedranno togliere una liquidità fondamentale per la propria sopravvivenza.
\r\n"Dalle parole siamo passati ai fatti - dichiara il Presidente, Paolo Buzzetti, al termine di un Comitato di Presidenza che ha deciso di mettere in atto azioni forti – perché non possiamo accettare che per colpire un'azienda che evade vengano punite tutte quelle imprese oneste che al posto dei soldi dovuti si troveranno in cassa solo crediti Iva".
\r\n"Ancora una volta viviamo il paradosso di uno Stato che applica una presunzione di colpevolezza nei confronti di tutte le imprese, quando è il primo a non rispettare le regole", continua Buzzetti. Già l'Unione europea, infatti, tiene l'Italia sotto osservazione per i ritardi nei rimborsi dei crediti Iva, che superano i 2 anni, e dei pagamenti della Pa, che vanno oltre i 6 mesi di ritardo, si legge nella petizione.
\r\nUna misura questa, peraltro, sostengono le imprese, che aggrava la vessazione fiscale che ha raggiunto livelli tali da pregiudicare la sopravvivenza stessa delle aziende.